Differenze tra metodo Champenoise (o Classico) e metodo Charmat (o Martinotti): guida e consigli

Metodo Champenoise (o Classico) e Charmat (o Martinotti)

Differenze tra metodo Champenoise (o Classico) e metodo Charmat (o Martinotti): guida e consigli

Prosecco, spumante o champagne? Prodotto italiano o francese? Perfette in occasione di festeggiamenti, le bollicine possono essere scelte in molte altre occasioni, per accompagnare ed esaltare molti piatti della nostra cucina.

Ma la strada per la giusta combinazione, parte sempre dalla conoscenza del prodotto. Per prima cosa va detto che sono due i metodi di produzione: il metodo Champenoise o metodo classico, con cui si ottengono le bollicine più raffinate ed eleganti; e il metodo Charmat o metodo Martinotti, con cui si ottengono bollicine piacevoli al gusto, grazie alla presenza di freschi aromi fruttati.

Metodo Champenoise o metodo classico

Il metodo classico è nato in Francia, nella regione nota come Champagne, famosa per il vino frizzante che porta il suo nome.
Alla fine del 1600, un abate del monastero di Hautvillers, tale Pierre Pérignon del (più noto come Dom Perignon), pare abbia scoperto il metodo della rifermentazione del vino in bottiglia durante un pellegrinaggio a Limoux, nella regione del Languedoc-Roussillon.

Solo gli spumanti prodotti in questa regione con il metodo champenoise possono essere definiti champagne. Gli spumanti prodotti con metodo classico in Francia, ma al di fuori della regione dello champagne, vengono chiamati “Crémant”.

Lo stesso procedimento, brevettato in Italia, è stato chiamato “Metodo Classico”.

Metodo Charmat o metodo Martinotti

Il metodo Charmat è un metodo brevettato dai francesi, ma la cui invenzione è dovuta al direttore dell’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti, l’italiano Federico Martinotti, che per ridurre costi e tempi di produzione degli spumanti, lo ideò nel 1895.

Il metodo venne successivamente migliorato e brevettato dal francese Eugéne Charmat, ingegnere agricolo ed enologo francese, una quindicina d’anni dopo, ed è noto ai più come “Metodo Charmat”.

In cosa consiste il metodo Champenoise o metodo classico

Il metodo classico, o Champenoise, inizia con una pressatura dolce delle uve selezionate, seguita dalla fermentazione con lieviti scelti e zuccheri. Successivamente c’è la fase della spumantizzazione vera e propria. Ogni bottiglia viene tenuta in posizione orizzontale per un lungo periodo, fino a maturità. Gli zuccheri si esauriscono e la pressione nella bottiglia aumenta, conferendo al vino un perfetto perlage.

Segue la fase del posizionamento in verticale, remuage, per eliminare le impurità che si sono formate nel collo della bottiglia che viene congelato a -25°C. La bottiglia viene poi stappata, in modo tale che la pressione espelle il deposito congelato.

Successivamente il vino perso viene rimboccato con sciroppo di dosaggio (o piccole dosi di distillato) e la bottiglia viene definitivamente tappata.

La storia e le differenze dei due metodi

Fino alla fine del 1800 il metodo Classico era l’unico utilizzato per la produzione di vini spumanti. Fu Federico Martinotti a inventare il metodo di rifermentazione in grandi recipienti, adottato poi intorno al 1910 dal francese Eugène Charmat, che ne costruì l’attrezzatura; da qui il doppio nome Martinotti – Charmat.

Questo metodo si basa sulla fermentazione del vino in autoclave, ovvero in contenitori pressurizzati molto simili a grandi silos di acciaio inox, a temperatura controllata, che mantengono intrappolata al loro interno l’anidride carbonica. Si ottengono vini freschi e profumati, in un lasso di tempo inferiore rispetto al metodo classico.

Si producono così ad esempio gli spumanti dolci. Il metodo Charmat punta maggiormente su freschezza, prontezza di beva e prezzo di vendita più contenuto.

La classificazione delle bollicine in base al residuo zuccherino

Oltre che per il metodo, gli spumanti si distinguono per il residuo zuccherino. La scala, dal più al meno dolce.

  • Dolce o Doux
  • Demi sec o Abboccato
  • Dry o Secco
  • Extra dry
  • Brut
  • Extra brut
  • Brut nature
  • Pas dosé o dosaggio zero o nature

Bollicine e i consigli di Lanciotti Distribuzione

Rodaro Brut nature, metodo classico

Paolo Rodaro, proprietario ed enologo della cantina che porta il suo cognome in Friuli Venezia-Giulia, è la sesta generazione di vignaioli di famiglia.

Nel 2004, crea terrazzamenti di Pinot Nero. Limita le rese per ettaro, utilizza unicamente il “mosto fiore” nel 42% della prima e più pregiata spremitura delle uve, vendemmia nelle prime ore del mattino, procede con la fermentazione in acciaio. Il Rodaro Brut nature è uno spumante Pas dosé o dosaggio zero o nature. Da tutto pasto negli abbinamenti non dolci, si esalta con le crudités e con la sgrassatura degli intingoli a base oleosa nobile.

Messer Roncarà, prosecco extra dry, metodo Martinotti

La parola Messer significa proprietario, signore, in un’assunzione positiva; sta ad indicare lo sguardo attento di chi veglia sui campi e sulla qualità dei prodotti.
Un nome che celebra il legame con il territorio e la tradizione regionale, siamo in Veneto, con spumanti degni di nota.
ll prosecco extra dry ne è una dimostrazione: leggero, di pronta beva, con sentori di frutta gialla come pesca e albicocca.

Lanciotti Distribuzione, in Abruzzo, offre una struttura di 6.000 mq e in estate 20 mezzi operativi, per dare un servizio giornaliero.
Con oltre 2.500 articoli siamo in grado di parlare con qualsiasi barman, realizzare un’ottima carta dei vini, parlare di birra alla spina in maniera differente.

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